Un paio di scarpe … 0,24 euro

Una testimonianza dal laboratorio di missione condivisione

Sono partita con un gruppo di persone per alcuni giorni in Albania, con la volontà e il desiderio di vivere una nuova esperienza di vita, anche alla luce di quanto ci esorta sempre Papa Francesco:“Uscire dalle proprie comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie!

Questo viaggio mi offriva l’ opportunità di nuovi incontri  in una realtà com-pletamente diversa da quella che ho finora vissuta. Era arrivato anche il momento per capire quanto fosse difficile e difficoltoso mettersi nei panni di un missionario, seguendo le vie del Vangelo. Dal primo giorno e dalle prime testimonianze tutte le persone ci raccontavano minuziosamente  la storia vissuta dal popolo albanese, le varie invasioni, gli anni del comunismo, della repressione e la persecuzione  della dittatura. Tutto questo  mi faceva  conoscere in modo sempre più chiaro il loro vis-suto, le sofferenze subite, la loro storia, la loro cultura  e le loro tradizioni.

            Ma una cosa non potevo immaginare per loro, fino ad oggi nulla era cam-biato! Tutti ci spiegavano che al potere, al governo, nelle posizioni di comando c’erano sempre le stesse persone o quantomeno i parenti di chi era al comando ne-gli anni precedenti. Non c’erano mai state condanne per chi aveva procurato tutto questo Male e tuttora non esisteva giustizia di alcun genere!!!!

            Tutti questi racconti  mi arrivavano addosso come un pugno allo stomaco …. e  allo stesso tempo mi facevano vedere chiaramente e capire sempre di più il feno-meno della loro migrazione interna e dell’emigrazione verso il nostro paese e l’Eu-ropa, che ancora oggi continua. 

Io. nata nella democrazia e nel benessere, riuscivo a capire bene la loro sofferenza, subita in tanti anni, e con gli occhi  riuscivo a vedere la misura  del tanto male rice-vuto e  il perché delle loro attuali  condizioni e soprattutto la loro attuale povertà. Questa mancanza di libertà di ogni genere, la violazione della dignità e il valore u-mano totalmente  annientati!!

Più i giorni passavano e più ero immersa in un turbinio di emozioni!  I miei pensieri erano stravolti e mi interrogavo continuamente quale sarebbe potuto esse-re il giusto approccio nei loro confronti e quale potesse essere la  mia reale consape-volezza per poterli in qualche modo aiutare. In quale modo avrei potuto incorag-giarli a sperare in un  futuro migliore, che è la prima cosa di cui avrebbero bisogno.

Mi aveva enormemente colpito il fatto che tanto ordini religiosi, suore e laici anche italiani  fossero impegnati con tanta forza ed entusiasmo in attività di aiuto per disa-bili, poveri di strada, donne in difficoltà e maltrattate e ragazze madri, per gestire scuole, asili, laboratori; per insegnare taglio e cucito alle donne al fine di renderle autonome e mantenere la famiglia, corsi di cucina e altro……

In tutte queste persone di tanta generosità vedevo la gioia del cristiano, la forza della loro Fede, e la dimostrazione eclatante  del loro lavoro che era “Vange-lo“.Sono state giornate di grande ascolto……. di grandi silenzi  ….. di consapevolezza della loro realtà! 

E poi passando per le strade  lungo il quartiere  detto ”delle stalle”, dove vive la maggior parte delle persone povere, in case anguste e prive di tante primarietà, ci  siamo imbattuti  in una donna che stava cucendo a mano delle scarpe di pelle. Ho osservato le sue mani rovinate dal duro lavoro per tirare il filo nella suola, e quando con molto rispetto  le  abbiamo chiesto quale fosse il compenso  per la confezione di  un paio di scarpe ci ha risposto che veniva pagata 0,24 centesimi di euro (300 Lek). Siamo rimasti tutti ammutoliti! Vicino a lei c’erano due bimbi piccoli.  

Questa era  la realtà, per me molto triste e dolorosa. Ma con che dignità l’ac-cettavano! Mi interrogavo continuamente, cercando di resistere all’ emotività,  tuttavia  mi caricavo sempre più  di tante sensazioni,  che  forse solo ora piano  piano riuscirò con lucidità  a capire, confrontandomi con la mia vita attuale.

Questa esperienza ha contribuito sicuramente a rafforzare la mia Fede: Ma per quello che ho visto e vissuto, mi viene chiesto un cambiamento radicale di cuore e di mente, perché solo così la mia testimonianza potrà incidere sulle persone alle quali racconto queste giornate vissute in Albania.

Credo  che lo spirito del Signore mi accompagni, indicandomi  la via da seguire e donandomi la  forza e il coraggio  per continuare ad impegnarmi in un progetto di bene a favore  di queste persone!

(Rita Silvestri)