ORATORIO DI CAMINO 2022

Un acquazzone ha chiuso le giornate passate insieme a Camino agli inizi del mese di settembre. Grazie alle strutture della parrocchia siamo riusciti a stare all’asciutto, godendoci una situazione più gradevole. Comunque ringraziamo Dio per la pioggia perché la nostra terra ne ha estremamente bisogno. Nel suo complesso sono stati giorni pieni e divertenti per i ragazzi, anche se nell’ultima settimana ci siamo trovati in difficoltà per la mancanza di animatori, data l’apertura delle scuole superiori. A differenza di Pradamano, dove esiste già una tradizione di Oratorio, nel nostro comune è più difficile che si consolidi quest’esperienza, e ciò viene riscontrato soprattutto nella mancanza di Animatori. Anche i volontari a dire il vero non sono molti, ma fortunatamente abbiamo avuto l’aiuto da quelli di Pradamano. Noi ringraziamo tutti coloro che hanno donato la propria disponibilità e il loro tempo anche per i laboratori e in cucina; non solo hanno reso il loro servizio, ma hanno creduto in quest’ avventura. I ragazzi e i giovani, a livello quasi subliminale, sentono la parrocchia come un luogo di riti noiosi e ripetitivi, poco attraenti, nonostante le molte catechesi sul tema. Forse per i loro genitori e nonni, che spesso non comprendono il disinteresse dei propri figli o nipoti, tutto nella parrocchia è ancora carico di ricordi e di affetti, ma quando alle nuove generazioni si parla di cristianesimo e soprattutto di cattolicesimo, più che ad una spiritualità vitale (cioè un modo di vivere quello in cui si crede, e trovare un senso alla propria esistenza), loro abbinano il cattolicesimo a qualche preghiera imparata a memoria, a regole o ai Sacramenti. Inoltre più che il significato religioso dei Sacramenti che hanno ricevuto, i giovani ricordano aspetti superficiali quali il vestito che portavano, i regali ricevuti, il pranzo per l’occasione etc… E le chiese belle, antiche, e piene di ricordi, se non vengono più frequentate dalle nuove generazioni sono destinate a diventare dei musei, aperti al pubblico solo per qualche evento. Per cui ecco l’Oratorio, perché gli spazi parrocchiali diventino dei luoghi desiderabili, dei luoghi dove ci si possa incontrare in una maniera sana e si possa condividere qualcosa di profondo, piuttosto che le chiacchere passeggere. Ci sono persone che trovano più risposte alla loro vita, in qualche corso di crescita umana, o di filosofia, o di pseudo religione che copia qualcosa dal Buddismo, perché nelle nostre chiese non trovano altro che “odore d’incenso o di candele” (così dicono). L’Oratorio, ma non solo, è uno dei tentativi perché la fede possa avere incidenza nella nostra vita e non rimanga un vago ricordo del passato. I tempi di don Camillo e Peppone che ci fanno ancora sorridere, ai nostri giovani non dicono più niente e non fanno ridere, perché non c’è più il contesto degli anni “70”. Le nostre parrocchie e i nostri luoghi fanno alla nuova generazione lo stesso effetto di quei film, che tanto a noi son piaciuti, ma loro, guardandoci con compassione, dicono: “ ma che cosa c’è da tanto ridere in quel film? Io no lo trovo per niente divertente!”.

Padre Enzo